Esports alle Olimpiadi: il futuro è oggi
Il progetto 2WATCH nasce da una profonda convinzione: gli esports sono il futuro!
Ed è proprio per questo motivo che quando riusciamo a raccontarvi notizie del genere, i nostri occhi brillano di speranza.
Segnali importanti verso lo sviluppo e la regolamentazione dei videogiochi arrivano in ambito italiano e non solo.
Il problema Italia
Partiamo dal nostro paese.
Lo sviluppo e soprattutto una legalizzazione dal punto di vista regolamentare degli esports, è stato, ed è tuttora, un grandissimo problema. In Italia manca ancora una federazione che si occupi di dare delle linee guida, che sia riconosciuta dal CONI e soprattutto che si impegni nella tutela di tutte quelle figure lavorative che oramai sono diventare una realtà in questo mondo.
Michele Barbone e l’idea di una Federazione Italiana.
Michele Barbone, presidente fino allo scorso 30 gennaio della FIDS (Federazione Italiana danza sportiva), potrebbe essere la figura adatta a tale scopo. L’ormai ex presidente della federazione italiana danza sportiva si è detto propenso allo sviluppo di tutto il movimento. Michele Barbone resta a disposizione della Fids, dove il suo contributo è stato di fondamentale importanza nel corso del suo mandato. Ricordiamo infatti, che nel corso di questi anni il Comitato olimpico internazionale ha dato il via libera per l’entrata della Danza sportiva nell’Olimpo delle olimpiadi. D’ora in avanti però, Barbone avrà come obiettivo quello di portare gli esports ad un riconoscimento ufficiale da parte del Coni.
Il CIO apre agli esports.
Un’altra notizia molto importante arriva dal CIO (Comitato olimpico internazionale), dove il ramo esecutivo ha pubblicato il suo programma “2020+5”, ovvero un piano di raccomandazioni da seguire per indirizzare l’attività del comitato nei prossimi quattro anni. Tra queste linee guida, un posto importante è rappresentato dagli sport virtuali: “incoraggiare lo sviluppo dello sport virtuale e impegnarsi ulteriormente per avere scambi proficui con la comunità dei videogiochi“.
Sport virtuali come obiettivo primario.
L’attenzione del CIO è rivolta in particolar modo agli sport virtuali, ovvero a tutti i videogiochi che simulano uno sport reale. Da questo piano di sviluppo, dunque, rimarrebbero tagliati fuori i vari sparatutto e MOBA per concentrarsi sullo sviluppo di titoli come FIFA, NBA2K e tutte le versioni virtuali o simulate di sport già esistenti e presenti all’interno del comitato olimpico. Nonostante questa limitazione ci sembra un’iniziativa di fondamentale importanza verso la crescita di tutto il settore esportivo che permetterebbe di avvicinare una buona fetta di persone, che ancora oggi nutre pregiudizi verso questo mondo.
Attendiamo, speranzosi, i prossimi sviluppi.