Dopo l’antico Egitto e l’antica Grecia, Assassin’s Creed Valhalla fa spazio alla Norvegia.

Anche questa volta è quasi impossibile non incantarsi con il panorama che regala degli scorci da paura.
Difficilmente su questo aspetto, così come la componente storica, Ubisoft sbagli un colpo.
Ad aiutare tali suggestioni visive c’è sicuramente la colonna sonora adatta alle varie situazioni che si vengono a creare durante la partita.
Il giocatore vestirà i panni di Eivor, un predatore vichingo cresciuto tra miti e battaglie.
La scena si apre con un antefatto: siamo ad un banchetto e il vichingo bambino è intento a consegnare un dono, da parte del padre, allo Jarl di un altro clan per siglare un’alleanza.
Ad un certo punto, però, la festa viene interrotta da un’invasione che lascia orfano Eivor, costretto a scappare insieme al figlio del capo del clan Sigurd che gli salva la vita; da quel momento inizia una fratellanza che farà si che Eivor si unisca al clan del Corvo.
Singolare è, invece, la possibilità di scegliere il personaggio in versione maschile, femminile o entrambe; ciò è possibile con la tecnologia dell’Animus. Il doppio DNA viene in qualche modo giustificato narrativamente, ed è possibile passare in qualsiasi momento da un sesso all’altro oppure lasciare che sia il sistema a decidere.
Il gioco si articola attraverso differenti archi narrativi, con temi, personaggi e avventure diverse e ogni arco si svolge all’interno di un territorio predefinito, quello del quale Eivor deve assicurarsi la fedeltà, prima di procedere ad altre conquiste o alleanze.

Vi è sempre un cappello narrativo così come c’è la possibilità di esplorare liberamente il mondo di gioco, ma fate attenzione: potreste finire in aree nelle quali il livello dei nemici è molto più elevato del vostro!
SKAL!